lunedì 12 aprile 2010

L'inverno. Poesia dimessa


19 novembre

Parigi

E’ stato un altro cammino, quello che ho intrapreso martedì mattina.

Mi sono sorpreso delle malinconie irrisolte che serpeggiano ancora per le strade, quando spuntano cunicoli di pioggia da ogni angolo, e ognuno racconta la sua disgrazia.

Come ombre, i passanti mi circondano e, di volta in volta, spariscono oltre l’orizzonte, per poi materializzarsi solo nei miei pensieri.

Stanno in silenzio, ma è come se avessero lasciato l’impronta ad ogni mio passo, e così scrivono la loro storia.

Me l’hanno raccontata a spezzoni, masticando poche parole, solo immaginate e sussurrate, nell’inverno che sta solo per iniziare.

23 novembre

Parigi

Sofia mi ha lasciato un biglietto stamattina sul cuscino.

Solitamente sono io quello che si sveglia per primo, e la guardo dormire ancora un po’, con la luce che taglia le persiane alte dalla finestra, e il cielo di ghiaccio che ci saluta regolarmente. Mi sono stupito del gesto. Non è da lei, tanto meno lì, sul nostro letto. Il luogo più insolito per il più peccaminoso dei gesti. Dirsi la verità, tra le lenzuola, e in più, nero su bianco. Come i miei sogni di novembre.

“Parto, e mi rinnovo. Seguimi, sarò per sempre tua. Sofia”

29 novembre

Parigi

Sentirò oggi stesso Giorgio, chiederò di lei. A casa, così come fuori, i colori non si vedono più.

5 dicembre

Parigi

Mi hanno chiamato dal giornale, mi hanno rinnovato il contratto. La notizia è fantastica, nessuno con cui condividerla.

Ho passeggiato a lungo anche oggi, mi sono completamente dimenticato del tempo. Mi sembrava non finisse più, quell’incantevole bianco pomeriggio.

9 dicembre

Parigi

Nemmeno oggi ho avuto il coraggio di sentire Giorgio. Non ce la faccio, è più forte di me. Sono troppo concentrato sul mio presente, offuscato dalla mia stessa penombra. Non voglio sapere di lei, delle sue smorfie al dolore, della sua saggezza.

14 dicembre

Parigi

E’ ufficiale. La mia malinconia produce uno strano effetto per le strade della città.

Tutto davanti ai miei occhi sta scomparendo o, meglio, sta acquistando dei contorni meno netti, indefiniti, come la mia solitudine.

20 dicembre

Parigi

L’inverno ha posato il suo sguardo su di me, sulle mie orme. Come un segugio, mi segue dappertutto. So perché: non si fida di me. Nemmeno io lo farei, il mio istinto vacilla. Le mie ore continuano a dipingersi di un pallore monotono e poco rassicurante. Il tempo ha verniciato lo sbadiglio di questi pomeriggi pesanti.

21 dicembre

Parigi

Giorgio mi ha detto dov’è. L’abbandono non è una circostanza immutabile, è solo la nostra percezione distorta della distanza.

Parto domani. Ricomincio da capo.

24 dicembre

Pavia

Benedetta la sua voce e la sua sensibilità.

Benedetta la sua volontà e l’armonia del suo cielo.

Benedetta la siepe davanti ai nostri occhi, ci nasconde l’infinito.

Benedetta la grazia del suo portamento, ha la sicurezza del passato.

Benedetto quel nodo in gola, mi ha indicato la via.

Ora, qui, sono a casa.

2 commenti:

  1. bravissima... un racconto emozionante... un piccolo capolavoro di stile....
    sembra di avere vissuto quella storia...

    (L)

    Enrico

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  2. grazie mille...
    sono stata molto ispirata...

    serena

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